La “Pasta di Cucuzzédda”

Con il mio piatto di quest’oggi vi voglio raccontare attraverso nonno Pippinu, di Gnazio (Ignazio) detto “Cucùzzedda” per la sua particolare golosità verso la zucca e la zucchina.

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Gnazio era un carrettiere palermitano “sfollato” a Monreale insieme alla moglie Ninetta, giovane sarta, e al piccolo figlio Mimmuzzu (Domenico),  nel periodo della seconda guerra mondiale.

 

Divenne molto amico di nonno Pippinu a cui chiedeva sempre consigli e pareri, spesso andava a mangiare nella sua Taverna di salita Valenza e si faceva cucinare da nonna Nina la sua specialità, i Maccarrunni con la zucca e il grasso di maiale.

 

Un giorno, Cucùzzedda, mentre trasportava di botti di vino da Partinico verso Monreale, durante un bombardamento, rimase gravemente ferito. In punto di morte chiese alla moglie Ninetta di chiamare nonno Pippinu perchè doveva parlargli.

 

Si raccomandò con lui per far lavorare la moglie in una sartoria, e soprattutto chiese di avere cura del piccolo figlio. La richiesta fu esaudita e i miei nonni per diversi anni aiutarono la famiglia di “Cucùzzedda”. Ninetta trovò lavoro in una nota sartoria monrealese, dove incontrò un giovane milanese imprenditore di tessuti che sposò trasferendosi a Milano con il figlio Mimmuzzu.

 

Negli anni ‘60 in Taverna si presentò un uomo giovane ben curato e ben vestito e chiese come piatto  i Maccarrunni con la zucca e il grasso di maiale.

 

Nonno Peppino incuriosito per la precisa richiesta servì personalmente il giovane e scoprì che si trattava di Mimmuzzu figlio di Gnazio e Ninetta rimasto riconoscente di quello che lui aveva

fatto in passato così da voler tornare in Sicilia a trovare la sua seconda famiglia, e in quella precisa occasione regalò (comprato in una nota gioielleria milanese dell’epoca) un orologio d’oro a Nonno Pippinu e una collana d’oro con pietre preziose a Nonna Nina. Il giovane rimase legato affettivamente a tutta la famiglia sino agli anni ‘70, quando purtroppo morì per una brutta malattia.

 

In Taverna, la “Pasta di Cucùzzedda” diventò una proposta del menù.

Questa la Lista degli Ingredienti per 2 persone:

  •  200 g Scialatelli freschi di Semola di Grano duro
  • Crema di Zucca
  •  Olio Evo q.b
  •  1/2 Cipolla 
  •  300 g Zucca 
  •  1 Patata 
  •  Sale q.b
  •  Pepe nero q.b
  •  Brodo Vegetale
  •  150 g Guanciale di Maialino nero dei Nebrodi
  •  80 g Pecorino Siciliano grattugiato 

Per preparare un buon brodo vegetale, in un tegame con un litro di acqua, mettete una cipolla, una consta di sedano, una carota, una patata, ed un pomodoro tagliati tutti a metà; aggiungete dei grani di pepe, quindi portate a bollore. Dopodiché fate sobbollire a fuoco basso per circa 30 minuti, quindi spegnete sul fuoco, aggiustate di sale, infine filtrate per avere un un brodo limpido ed intenso di colore.

 

 Tritate finemente la cipolla, tagliate a pezzettoni sia la zucca che la patata.

 

 In un tegame con dell’olio fate imbiondire a fuoco basso la cipolla; aggiungete sia la zucca che la patata, rosolate per 2 minuti.

 

 Aggiungete il brodo vegetale, aggiustate di sale e pepe, quindi cuocete il tutto per circa 30 minuti.

 

 Quando le verdure saranno cotte, spegnete sul fuoco, quindi frullate il tutto con il mixer ad immersione.

 

 Mettete nella padella il guanciale tagliato a strisce spesse. Appena è diventato croccante toglietelo dalla padella, quindi trasferitelo in una ciotola con della carta assorbente.

 

 Nella padella dove è stato cotto il guanciale, versate la crema di zucca, quindi amalgamate.

 

 Quando l’acqua della pentola bolle, salate, quindi calate la pasta.

 

 A 2 minuti dalla cottura della pasta, trasferite nella padella.

 

Amalgamate per bene, aggiungete 1/2 mestolo di acqua di cottura della pasta, saltate a fuoco vivace.

 

 A questo punto spegnete sul fuoco, aggiungete alla pasta il pecorino grattugiato, quindi amalgamate in maniera che la pasta diventi cremosa.

 

 Aggiungete il guanciale, quindi amalgamate.

 

 Aggiungete il pepe nero, amalgamate il tutto.

 

 Impiattate, quindi aggiungete dapprima il resto del condimento, e dopo una grattugiata di pepe nero.

 

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