“Scartami” la call to action sul ruolo attivo del consumatore

Tre imprenditrici e una professoressa con il progetto "Scartami" hanno vinto a Roma il premio “Danila Bragantini”, promosso dall’Associazione Donne dell’Ortofrutta. Un riconoscimento che arriva in Sicilia per la prima volta

La necessità aguzza l’ingegno e carattere e determinazione gli danno concretezza. Comincia da qui, dalla capacità di rilevare un problema e dalla volontà di risolverlo al meglio, tra le province di Siracusa e Ragusa, l’avventura di Elisa Deluca dell’azienda San Lorenzo di Pachino, Roberta Tardera dell’OP Ioppì di Vittoria e Nuccia Alboni dell’azienda Ortonatura di Vittoria. Le tre imprenditrici, con il sostegno scientifico della professoressa Anna Catania del Dipartimento di architettura e ingegneria dell’Università degli studi di Palermo, grazie al progetto “Scartami”, hanno vinto il premio “Danila Bragantini”, promosso dall’Associazione Donne dell’Ortofrutta. Un riconoscimento che arriva in Sicilia per la prima volta.  

 

“Scartami” nasce dall’esigenza di risolvere un’esigenza che accomuna il mondo dell’agricoltura, quella dello smaltimento dei rifiuti vegetali di produzione. “Eravamo stanche di vedere ammassi di foglie, fusti e scarti vegetali che restano a marcire nei terreni e diventano ingombranti e maleodoranti – spiega Elisa Deluca -. L’idea di trasformarli in qualcosa di utile ci è venuta quest’anno quando c’è stata carenza di cellulosa e allora ci siamo dette: perché non proviamo a trasformare questi scarti in packaging dedicato all’ortofrutta in chiave sostenibile”?

 

Da quel momento sono partite le ricerche, prima attraverso studi chimici, poi contattando alcune cartiere in Sicilia ma, tra quelle chiuse, quelle dismesse e le poche aperte e non disponibili, Elisa, Roberta e Nuccia sono approdate all’Università di Palermo dove, con l’aiuto della professoressa Anna Catania, hanno appurato che “dagli scarti di pomodori e melanzane, che appartengono alla stessa famiglia e hanno la stessa quantità d’acqua, è possibile ricavare un biopolimero a base vegetale totalmente riciclabile dal quale, a sua volta, si ricava un foglio con il quale si può formare una vaschetta contenitore o un filo per stampante 3D. L’innovazione di “Scartami” è legata alla sostenibilità del processo, che offre un ciclo virtuoso: il nuovo packaging dopo l’uso, infatti, non ritorna un rifiuto, ma è pronto per essere riutilizzato e diventare compost alla fine della sua vita utile”.

 

“Adesso – continua Elisa – dobbiamo capire il peso che ciascun packaging deve sopportare per poterlo definire correttamente. A questo punto l’idea verrà brevettata e poi si potrà pensare alla produzione”.  L’obiettivo naturalmente, è quello di contribuire al rafforzamento di una filiera agroalimentare circolare, alimentata dagli scarti vegetali di pomodoro e melanzana del territorio siciliano. Ma dietro al progetto c’è anche una visione più ampia, che oltrepassa quella importante legata al riciclo fisico del materiale e utilizza il brand per essere portavoce di un’agricoltura che sa e vuole confrontarsi anche con i temi sociali e culturali. Il brand “Scartami”, infatti, si presta a una interpretazione legata ovviamente alla sostenibilità ambientale, che punta sull’origine di un materiale prodotto con gli scarti delle produzioni agricole ma allarga le potenzialità espressive del concetto di “scarto” invitando a un consumo consapevole delle risorse alimentari.

“Scartami” – raccontano le imprenditrici – è una call to action che richiama l’attenzione sul ruolo attivo che il consumatore può e deve avere nell’utilizzo dei prodotti agroalimentari, in termini di informazione, corretto utilizzo e smaltimento. “Scartami” è la chiave di un dialogo che oggi diventa essenziale tra chi produce e chi consuma, per ripensare il settore agroalimentare alla luce di un nuovo patto sociale, culturale ed economico”.

Intanto, in attesa dei finanziamenti per il progetto, che arriveranno ad ottobre, le tre imprenditrici si sono aggiudicate la quarta edizione del premio Bragantini, dedicato a idee innovative per il settore ortofrutta presentate da donne della filiera, incassando anche i complimenti del Consorzio del pomodoro di Pachino Igp. 

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