Dall’Abbandono alla Rinascita, l’Upcycling di Junkle in California

Un manifesto che abbraccia in toto una mentalità innovativa e necessaria, un nome che rappresenta una vera e propria dichiarazione d’intenti: Junkle è una giovane e dinamica realtà imprenditoriale siciliana che sta riscrivendo le regole della produzione fashion.

Junkle è una start-up innovativa fondata nel 2019 a Palermo. Fin da subito l’obiettivo della fondatrice del brand, Ilaria Sposito, è stato quello di sperimentare attraverso l’upcycling la creazione di accessori, complementi d’arredo e capi d’abbigliamento genderless.

L’idea alla base dell’intera operazione imprenditoriale è quella di ispirare nella società contemporanea l’adozione di comportamenti etici e consumi responsabili. Per farlo l’azienda agisce attraverso il recupero di materiali ancora performanti ma prossimi alla dismissione, creando prodotti long-life di uso quotidiano.

Il nome del brand proviene da un brainstorming collettivo, un incontro di idee che ha portato a Junkle: una crasi tra “Junk”, un termine che rappresenta il trash, ciò che è destinato a essere buttato via, e “Jungle”, una parola che in sé abbraccia concetti come rigoglioso, abbondante, green.

Il processo produttivo parte dal reperimento del materiale, una fetta del lavoro che richiede dedizione e impegno. I materiali recuperati sono i più svariati: si passa dalle vele usate, alle tele per esterni. Le vele provengono principalmente da donazioni effettuate da grosse flotte, velerie o scuole di vela. Una volta raccolto, il materiale viene ripulito e separato in ogni sua parte. I pezzi vengono lavati, tagliati e catalogati per colore e spediti a chi realizzerà il prodotto finale.

L’azienda possiede un punto vendita a Palermo, in pieno centro storico, e un laboratorio con un complessivo di 4 professionisti. Si tratta di un’attività a maggioranza femminile, che ha fatto dell’empowerment femminile un suo ulteriore cavallo di battaglia.

La squadra comprende due socie alla pari, Ilaria Sposito e Concetta Chillemi, ci sono poi Mara, Valentina, Alice, Alfie e Turi, a formare un team giovane e dinamico.

Junkle sta al momento puntando su quattro collezioni differenti:

I Was a Sail, nata grazie al recupero di vele dismesse da armatori, velerie, piccoli natanti, surfisti e kiter. Da questi materiali nasce una collezione di pouf, cuscinoni, paralumi, complementi d’arredo e accessori.

Sicily Markets, realizzata con l’utilizzo dei tendoni ombreggianti degli storici mercati palermitani della vucciria e di ballarò.

Canaponi, prodotta a partire dagli scampoli di tela olona, un tessuto utilizzato nella storica tappezzeria siciliana.

Infine Vinyl, una delle linee più amate, nata dall’utilizzo di tagli e scarti di PVC per esterni usati o provenienti da altre lavorazioni. È una serie composta da borse, zaini e piccoli accessori per viaggi, lavoro e scuola.

La mentalità innovativa e sostenibile ha da subito fatto breccia nel mercato di riferimento. Sono numerosi – soprattutto i giovanissimi – gli acquirenti che hanno ormai compreso l’importanza di un cambio di direzione nei confronti del fenomeno deleterio del Fast Fashion.

Grazie al punto vendita, situato in una posizione strategica per il florido flusso turistico palermitano, Junkle vende regolarmente a una clientela internazionale, in particolare statunitense e australiana.

I prodotti della società saranno presenti al Nexxt Expo, la fiera del Made in Italy, in programma a Los Angeles dal 19 al 22 ottobre. Sarà possibile trovare un campionario di capi e una piccola collezione di quattro borse realizzate grazie al riutilizzo delle vele da spinnaker presso uno stand del Sicily Show, organizzato per l’occasione da IoComproSiciliano.

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