Il re delle arancine: Michael Colomba

Quante vite puoi vivere in una vita? Si dice che i gatti ne abbiano sette. Michael apparentemente non è un gatto ma forse lo è e questo spiegherebbe tante cose. Se dovessi scegliere un sostantivo per definirlo direi entusiasmo. Entusiasmo che ha e che trasmette nel raccontare non tanto le vite passate ma le vite future.

Michael è un ragazzone di 64 anni. Sulla carta in pensione da una decina. È stato costruttore, operatore di gru, pilota, imprenditore del comparto aereo, ha costruito decine di torri di controllo aereoportuale, ha costruito 35 Starbucks, gestito alberghi, ha in corso la costruzione di un albergo con un teatro e produce 50.000 arancine al mese distribuite in 120 supermercati. A breve aprirà una catena di fast food italiano, e sta per avviare un import di prodotti di estrema eccellenza tra i quali la mortadella di un’altra conoscenza di Made in Sicily: Salvatore Bilello .

Ogni storia, ogni vita, ha le sue sliding doors. Abbiamo raccontato la storia di Celestino Drago, lo chef di Los Angeles, le cui vicende sono legate ad un biglietto di ritorno mai usato.

La storia di Michael è quasi opposta. Tutto parte da un biglietto di sola andata. Voluto con forza per se e la sua famiglia.

Ecco come è andata: Michael è nato a Castellammare del Golfo. La sua famiglia prova a trasferirsi negli Stati Uniti quando lui aveva l’età di dieci anni. Dopo un po’ rientrano in Italia perché il papà di Michael ha difficoltà con la lingua. Michael torna in Italia ma presto l’assenza di prospettive lo spinge all’età di quindici anni, a chiedere al padre di tornare in USA.

Il papà, Giuseppe Colomba, comprende le ragioni del figlio. Sono tanti i ragazzi che in quei tempi partivano da soli a scommettere una vita. Ma papà ha le idee chiare: la famiglia non si divide. Ritorneranno tutti in America.

Di Michael mi ha affascinato la pacatezza ed umiltà del suo racconto. Ha progetti da ragazzino e l’amore per sfide apparentemente impossibili. Come l’idea di lanciare una catena di fast food italiana. In un continente dove trovi fast food di ogni tipo manca inspiegabilmente l’Italia che pure è parte cosi importante dell’America.

Il progetto del fast food italiano gira attorno alle arancine. Michael ha realizzato un laboratorio di produzione (qui il sito se volete curiosare tra le oltre sessanta varietà), nel quale realizza anche cassatelle, cannoli ed iris fritte.

Ha un punto vendita a Boston, e conta di aprirne altri dieci prima di avviare, se i numeri saranno positivi, l’impresa nazionale, che in America significa centinati di punti vendita. Mi spiega infatti che mentre sulla distribuzione il margine è basso nella vendita diretta è elevatissimo. Una arancina si vende a 8 dollari e talvolta anche 10 dollari.

Ha anche avviato le campagne televisive nazionali, sulle quali sta investendo milioni di dollari, e qui vedete il simpaticissimo spot nel quale viene presentato come il re dell’arancina. In america note come rice balls.

Michael è un sognatore, e certamente ha un cuore d’artista, ama la musica e pensa in modo non convenzionale. Ma attenzione a non farsi idee sbagliate. Michael è un lucidissimo uomo d’affari. Ha chiare le chiavi del mondo del busines. E conosce esattamente la misura dei suoi passi. Come tutti gli uomini di successo che ho conosciuto ed a cui mi sono affezionato, racconta i suoi segreti senza timore, piuttosto con il desiderio di donare agli altri le cose che ha compreso della vita. Mentre racconta la sua storia sono chiari tra le righe i suoi punti fermi. Il primo è non affezionarsi alle cose. Le cose che possiedi, che compri e che vendi, sono solo cose. L’altra è sottintesa nella risposta all’ultima domanda, ovvero gli ho chiesto quando è stato il momento in cui ha realizzato di avere avuto successo.

“Il successo è una famiglia che ti aspetta felice” la risposta che ti aspetti da un artista non da un gatto milionario.

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