“Caffè psicologico”, la felicità è un’idea semplice

A bordo di una barca a vela quello che a prima vista sembrerebbe un incontro tra amici, diventa una terapia di gruppo in uno spazio dove i social e il virtuale sono lasciati a terra

Chi l’ha detto che la felicità è solo per giovani? Per dirlo con le parole dell’antico filosofo greco, Epicuro, “Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro”. 

 

E’ un mantra per gli psicologi e psicoterapeuti del Centro Studi “Le Fenici” di Palermo, che da quando è iniziata la pandemia, e senza sosta, hanno risposto incessantemente alle richieste di aiuto e di sostegno psicologico di adolescenti e adulti, persi nella dissoluzione delle relazioni sociali, una delle drammatiche conseguenze del Covid.

 

Sorridente, gentile e professionale, Eugenia Mammana, psicologa e psicoterapeuta, impegnata a fronteggiare l’emergenza Covid, ci ha raccontato il progetto del team di specialisti del Centro da lei diretto, un nome che suona come simbolo di convivialità, tipico rito di aggregazione in famiglia e con amici. Si chiama “Caffè psicologico”, inteso come un luogo di dialogo e un momento di piacevole approfondimento e di discussione collettiva, con l’obiettivo di riequilibrare le relazioni interpersonali messe in pausa dal Covid, che non ha risparmiato nessuno, bambini, giovani e adulti. 

 

Un progetto innovativo, nato dalla sinergia di Manuela Zero, psicologa e coordinatrice delle attività dei ragazzi, e di Marco Marchese, sessuologo e psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia di coppia, per rispondere al disagio relazionale di giovani, che si sono visti privare di un tempo importante per crescere e conquistare l’autonomia, e di adulti, svuotati di intimità e relazioni affettive importanti, con la conseguenza comune di un aumento preoccupante della difficoltà di concentrazione, noia, irrequietezza, irritabilità, ansia, solitudine, disagio e paura.

 

E adesso che le misure restrittive si sono allentate e siamo pronti a una ricostruzione, come via di ricerca della felicità, il supporto psicologico diventa fondamentale. Ed è qui che si incardina il progetto.

 

Al “Caffè psicologico” non si entra in una stanza, non ci sono lettini e neanche sedie posizionate ad hoc di fronte all’autorevole scrivania dello “strizzacervelli”, non c’è distanza, ma solo tanta socializzazione, e pensate un po’, tutto accade a bordo di una barca a vela, chiamata “Cristoforo Colombo”, timonata da Giorgio Cuccia, esperto di mindfulness, ormeggiata nell’antico porto della Cala di Palermo, all’interno del  Parco archeologico del Castellamare.

 

Ma chi ci avrebbe mai pensato a un luogo simile, dove si diventa cielo, sole, mare e vento, ricercando la felicità?

Si, perché la ricerca della felicità, non è niente di statico, è un percorso evolutivo soggettivo, intessuto di decisioni, relazioni e libertà, così come ha spiegato la dottoressa Eugenia Mammana.

 

Davanti al mare, la felicità è un’idea semplice. A bordo di una barca a vela, mangiando frutta, prendendo il sole e ridendo, quello che a prima vista sembrerebbe un incontro tra amici, diventa una terapia di gruppo, in uno spazio dove i social e il virtuale, che hanno contraddistinto questi due ultimi anni della nostra vita, sono banditi. 

 

La barca, diventa un luogo dove si impara ad affrontare la paura delle nuove esperienze, a sciogliere i nodi della vita quotidiana e a sbarazzarsi dei blocchi emozionali, ormai noti effetti del lookdown. Gli incontri, che hanno una durata di circa due ore, e che prevedono un massimo di dieci persone a bordo, è visto come un momento di gioia, relax e ricerca di equilibrio, in uno spazio di complicità e forza, utile ai giovani che sono stati stravolti a causa della mancanza di interazione faccia a faccia con coetanei e indirettamente a causa dell’aumento dello stress per molte famiglie, che costrette all’isolamento sociale, hanno avuto ripercussioni sulla gestione di un quotidiano, divenuto come una prigionia forzata.

 

Una pandemia, dunque, intesa come una linea di demarcazione tra un fine e un principio, una sfida tra quello che eravamo, e un divenire nuovo e fragile, pronto a una rivisitazione e ad una ricostruzione, anche delle relazioni più intime, fortemente compromesse.

 

 “L’amore ai tempi del Covid – ha spiegato il sessuologo, Marco Marchese – così come le relazioni sessuali, sono state fortemente influenzate dalla paura del contagio, dai problemi economici e dalla nuova routine. Lo stress che abbiamo vissuto, è strettamente correlato alla depressione che ha determinato il crollo del desiderio sessuale. Per questo motivo, abbiamo pensato che la barca a vela, “Cristoforo Colombo”, simbolo di conoscenza, ricerca personale e di risposte, che suscitano nuove domande, è ormeggiata in attesa che salgano a bordo, coppie e single che anelano alla  felicità, un diritto che non è solo parte dei diritti umani, ma soprattutto, una necessità finalizzata ad avere un’esistenza compiuta”.

 

Benvenuti a bordo, un’esperienza unica alla scoperta del Sè. E come dice Eugenia Mammana: ”Sfatiamo il mito della mezza mela, noi siamo ciliegie piene, con il picciolo in autonomia”

 

Se vuoi salire a bordo della barca a vela Cristoforo Colombo, puoi rivolgerti al Centro Studi Le Fenici, via Salvatore Meccio, 22 Palermo, chiamando la dott.ssa Eugenia Mammana al numero +393883833303.

 

Buon Vento a tutti!

 

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