Ha capito subito che la scrittura sarebbe stata il suo destino e così Tea Ranno ha voluto trasformare la sua passione in una vera professione, accantonando quella nel notariato per cui aveva studiato. L’autrice ci tiene a spiegare che “Gioia Mia” non è un sequel, bensì “intrecci separati con gli stessi personaggi”, che nel suo caso sono prevalentemente femminili. Sono sempre le donne infatti, le vere anime centrali di tutti i suoi romanzi.
Ancora una volta la maternità è al centro della storia ambientata in un borgo siciliano che racconta di una donna che vuole affermarsi con le sue sole forze ma questo desiderio di emancipazione creerà dissidi con il marito.
“In questi due anni di Covid – dice la scrittrice – pur vivendo a Roma, sentivo la necessità, di estraniarmi e di tornare con la mente in Sicilia, per uscire dall’angoscia della pandemia.
E’ una bella storia di forti sentimenti ma non voglio svelare troppo. “L’Amurusanza”, quella rete di affetti, solidarietà e gentilezza, così chiamata da una mia zia, quando ero una bambina, sarà presente anche in questo romanzo”.
Un sentimento che l’autrice aveva già descritto nel penultimo libro del 2018 e che ritorna anche in quest’ultimo.
Tea Ranno è nata nel 1963 a Melilli, in provincia di Siracusa. Dal 1995 vive e lavora a Roma, con il marito e le due figlie gemelle.
Laureata in giurisprudenza, è arrivata finalista al Premio Calvino nel 2005 con il romanzo “Cenere”, pubblicato dalle edizioni e/o nel 2006. Sempre con “Cenere”, è arrivata finalista al Premio Berto, aggiudicandosi il Premio Chianti nel 2008. Nel 2021 il suo romanzo “Terramarina” ha vinto il Premio letterario Città di Erice.