Una vita dedicata all’arte per l’arte che ha come fulcro l’originalità e l’unicità. Per Stefania Morici palermitana doc, la sua professione non è solo una passione ma qualcosa che è nato con lei, e l’ha portata fino al lavoro di art producer e fondatrice di “Arteventi”, un modo innovativo di creare e gestire manifestazioni culturali rendendole uniche.
Oggi il lavoro della Morici è diventato un vero e proprio network di “creativi” ed esperti nel mondo dell’arte, della cultura, dello spettacolo, dell’architettura e del design. “Arteventi da anni si occupa della progettazione e della gestione di complesse kermesse artistiche – ci spiega Stefania Morici – grazie a un know how e all’esperienza acquisita nel tempo con soluzioni tailor made, sempre originali e innovative. Spaziando dall’arte contemporanea alla musica, dalle performance fino alle relazioni pubbliche, mettendo in connessione persone e idee, per realizzare progetti con una marcata personalità. L’originalità dei progetti che realizzo è la cosa su cui punto di più”.
In effetti i suoi progetti sono sempre unici e originali. Sconvolgere l’ordinario e creare un corto circuito nel pubblico, sembra essere la sua parola d’ordine. “Amo molto le installazioni e tutto quello che è sorprendente cerco di superare i limiti non solo mentali ma anche fisici. Amo le sfide. Mi sono sempre trovata fin da piccola a contatto con artisti- aggiunge- le mie passioni sono sempre state la musica e l’arte, era destino che questa diventasse la mia strada, non l’ho cercato ma è capitato tuttosenza che me ne accorgessi. L’arte e la cultura sono fondamentali in questo momento storico buio, un periodo pesantissimo per tutti, tra covid e guerra, e l’ artista a mio avviso deve avere un ruolo, una funzione ben precisa: deve indurre alla riflessione perchè siamo in una fase di smarrimento anche culturale, l’arte deve risollevare le menti e i cuori ci vuole sensibilità. Dobbiamo abituarci a vedere le cose in maniera diversa, cerchiamo tutti l’omologazione, invece la diversità è un valore e proprio con il mio lavoro cerco di coinvolgere le persone per far vivere loro un’esperienza fuori dal commune, dagli stereotipi. A me piacciono le persone che rompono gli schemi, amo i folli, chi ancora ama sorprendersi”.
Se dalla Sicilia ha ereditato la solarità, la personalità, il gusto per l’arte, i contrasti e l’espressività, da Milano, sua residenza per oltre 20 anni, ha preso in prestito il coraggio, la capacità di mettersi alla prova e l’imprenditorialità. La ricerca di Stefania Morici si muove nel territorio della contaminazione artistiche. “L’arte – spiega – intesa come capacità di modificare il proprio essere, di trasformarsi e trasformare il mondo, in continuazione. Un percorso il mio che è iniziato nella comunicazione come addetta alle relazioni esterne per importanti agenzie e aziende che operano nel settore eventi. Da qui è nata anche la passione nello scouting di artisti con cui progetto eventi, manifestazioni e mostre di ogni tipo”.
Tra i prossimi progetti, a ottobre in programma la mostra al museo Riso con “lady bic”, Adele Ceraudo. “Si tratta di un progetto bello per Palermo tematiche che riguardano tutti non voglio svelare molto, la prima tappa sarà proprio il capoluogo siciliano per poi proseguire in varie città italiane. A Milano, invece, in programma la mostra di Max Papeschi entro fine anno, anche questa una mostra itinerante tutta da scoprire”.
La Morici ci svela di avere un sogno nel cassetto. “ Da palermitana mi piacerebbe dirigere, organizzare il Festino di Santa Rosalia, ho studiato tanto e sono certa che lo farei vivere in maniera diversa, in una chiave tutta nuova se pur rispettando le tradizioni, ma in maniera stupefacente che nessuno si aspetta”. Intanto fino al 4 settembre al Santa Caterina sarà possibile ammirare le installazioni della Morici. “Un’opera in cui il pubblico chi si specchia vede se stesso e poi un cuore con la faccia di Rosalia, la Santuzza tanto amata, la gente diventa quindi anche lei un’opera d‘arte. Solo l’arte infatti può distrarci dalla pesantezza del momento storico, il mio obiettivo con queste opere d’arte è stato proprio questo”.