L’urlo di Battaglia

Si è spenta lo scorso 13 aprile a 87 anni, la fotoreporter palermitana di fama internazionale Letizia Battaglia, donna e professionista straordinaria

Macchina fotografica, sigaretta e frangetta sbarazzina sui capelli rossi che nel tempo hanno abbracciato i colori dell’arcobaleno. Basterebbe questo per descrivere Letizia Battaglia ma mancherebbe un tassello importante: Palermo. Letizia è un’artista, un’icona pop, una coraggiosa combattente, una “soldatessa”, come a volte si definiva lei stessa. Letizia è stata e sarà sempre un simbolo di Palermo, un punto di riferimento, una bandiera nel lungo percorso di testimonianza, denuncia e liberazione dalla mafia. Il rapporto viscerale con la città non si è mai interrotto nonostante le sue “fughe”. Ha raccontato attraverso le sue immagini crude e drammatiche gli “anni di piombo” palermitani, la “guerra civile” degli anni Ottanta, ma anche i quartieri, le bambine, la miseria, le feste, i balli e le donne, quella parte del mondo che per l’artista era incapace di creare guerre e conflitti.

 

“Sono una persona, non una fotografa. Le mie foto non esaltano il male, lo raccontano attraverso la bellezza. Per me la disperazione è bellezza, la sconfitta è bellezza, la cattiva sorte è bellezza”, diceva di sé e del proprio lavoro.

 

Era nata a Palermo il 5 marzo 1935, si era sposata a sedici anni per sentirsi libera dalla famiglia e dai vincoli patriarcali; inizia a fotografare nel 1969, a 34 anni, collaborando con il giornale palermitano L’Ora (dal 1974 al 1991), l’unica donna tra colleghi uomini in redazione. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove inizia la sua carriera per la rivista Time: prima foto, Pier Paolo Pasolini. 

 

Quattro anni dopo rientra a Palermo e insieme a Franco Zecchin fonda l’agenzia Informazione fotografica frequentata da Josef Koudelk e Ferdinando Scianna, per ripartire dopo la strage di Capaci nel 1992 “disgustata dalla violenza”. Lei che era sempre la prima ad arrivare suoi luoghi dei delitti mafiosi, lei che il sangue lo conosceva bene, era arrivata al limite. Ma dopo una pausa era rientrata a Palermo.

 

È stata ovunque, ha scattato ed esposto in tutto il mondo: al Centre Pompidou a Parigi, al Maxxi di Roma. E anche a Venezia, Budapest, in Gran Bretagna, America, Brasile… È stata la prima fotografa europea a vincere nel 1985 – ex-aequo con l’americana Donna Ferrato – il prestigioso Premio “Eugene Smith” a New York, intitolato al fotoreporter di Life. È stata attiva anche in politica, consigliera comunale con i Verdi, assessore alla cultura con il sindaco Leoluca Orlando e deputata regionale. Ha avuto pure delle esperienze come attrice nei film Palermo Shooting di Wim Wenders e La mafia non più quella di una volta di Franco Maresco.

 

Letizia è andata via a pochi giorni dalla messa in onda di una fiction Rai in due puntate, il 16 e il 23 maggio, dirette da Roberto Andò, in cui l’attrice Isabella Ragonese interpreta la sua vita ribelle, irrequieta, scandalosa per i tempi. La fotoreporter è riuscita però a realizzare il sogno di creare a Palermo, il Centro Internazionale di Fotografia, ai Cantieri culturali della Zisa.

 

Come ha ricordato la figlia Shobha, Letizia Battaglia “viveva di futuro”. Ha lottato fino all’ultimo contro la malattia e le sofferenze fisiche, senza mai fermarsi, pensando sempre al lavoro e preparando viaggi: 

“La morte? Non la considero, non la penso – diceva – Arriva? Arrivederci…I miei nipoti, pronipoti, le mie figlie, che sono una parte di me: rimarranno. Come le mie foto, che spero saranno una testimonianza degna della storia. Per cui: no. Io non morirò”.

Share:

On Key

Related Posts

Cultura

Etna Comics a Catania, edizione numero 11: una finestra sulla cultura pop internazionale

Partita il primo giungo Etna Comics (Manifestazione prevista dal 1 al 4 giugno). Il clima è quello delle grandi feste, con presenze di artisti, disegnatori, case editrici non solo italiane. Etna Comics è ormai un punto di riferimento per la cultura pop nel sud Italia. L’evento va oltre i fumetti in senso stretto con diverse sezioni dedicate al gioco, conferente,

Read More »
Persone

Due donne ed un fiore che fa la differenza: nascono mandorle dove ci si aspettava arance

Questa è la storia di due donne che coltivano fiori per vendere mandorle. Apre una luce di speranza nella nostra Sicilia. Mostra che ancora una volta occhi e sensibilità femminili possono aiutarci ad allargare lo sguardo. Immaginate di essere un padre dedicato all’agricoltura da una vita, stimato e rispettato professionista. Dedito a curare aziende agricole distribuite tra i territori di

Read More »
Persone

Con i mobili a prestito innovano il più classico dei dolci siciliani e conquistano l’Europa

Non so se riuscite ad immaginare un leader fermo e carismatico nella bellezza di una donna. L’amore di una figlia che lotta contro le volontà in punto di morte del padre. Una donna di trenta anni affrontare debiti dell’impresa nella fede incrollabile in una sorella. L’esplosivo connubio tra il nostro vulcano e la dolcezza della nostra storia produttiva. La determinazione

Read More »